«Non ho il latte per i miei figli», gara di solidarietà. Il sindaco: «Lo aiuteremo» Commenti Invia Stampa di Chiara Boiani PESARO (23 novembre) - Di appelli ne ha fatti tanti. Ha bussato alle porte del Comune di Montecalvo in Foglia, si è rivolto al parroco per avere sostegno e conforto. Poi alla Caritas e alla Provincia. Ora Rinaldo Donnarumma, 39enne di Borgo Massano, padre di tre figli e affetto da una grave forma di distrofia maculare che lo sta portando a perdere completamente la vista, lancia un ultimo, disperato, grido d’aiuto. E lo fa attraverso una lettera, pubblicata sul sito del nostro quotidiano, che condensa in poche righe il dramma di un uomo che non sa più come provvedere alla propria famiglia. Da mesi, infatti, Rinaldo e la moglie Rosa devono sopravvivere e mantenere i figli, 2 femmine di 13 e 6 anni e un maschietto di 11, solo con la sua pensione d’invalidità di 400 euro. Ma le spese a cui far fronte sono tante. E ci sono anche le rate del mutuo sulla casa da pagare, 700 euro ogni mese.
«Sono un disabile ipovedente – scrive Donnarumma – Ho lavorato fino a giugno 2007, poi mi sono dovuto licenziare a causa dell’aggravarsi della mia malattia. Ho svolto un corso di centralinista per non vedenti con iscrizione all’albo professionale. Per il lavoro mi dicono di aspettare, ma è già un anno che aspetto, stiamo facendo la fame. La mia bimba più piccola un giorno mi ha detto «Babbo tutti i miei amici hanno la merenda, perché io no? Immaginate il mio stato d’animo».
L’odissea di Rinaldo comincia un anno fa. «Nell’estate del 2007 – spiega - mi sono dovuto licenziare. Lavoravo, ormai da sette anni, per la ditta di mobili “Holding Spar”. Ma a causa della mia malattia vedevo pochissimo, avevo continui mal di testa e vertigini. Ho dovuto mollare. Poi mi sono rivolto all’Unione Italiana Ciechi, che mi ha consigliato di frequentare un corso per centralinisti non vedenti. L’ho fatto e sono in attesa di un’occupazione. Nella graduatoria provinciale sono il primo della lista, ma sono mesi che aspetto e ancora niente. Eppure la legge 133 per i disabili dovrebbe tutelarmi, permettermi un’occupazione». Non chiede aiuti economici, non vuole soldi o prestiti, Rinaldo. Ma solo un’occupazione, uno stipendio fisso per provvedere ai bisogni della propria famiglia.
Nel frattempo, sul web, l’appello di Donnarumma non è passato inosservato. E in tanti si stanno già mobilitando per far recapitare alla sfortunata famiglia pacchi di biscotti, vestiti o piccole donazioni. Anche il Comune di Montecalvo in Foglia lancia un messaggio di speranza. «Ci stiamo dando da fare - spiega il sindaco, Giuliana Valentini - per trovare una soluzione ai problemi di Donnarumma e della sua famiglia. Il nostro è un piccolo Comune e il posto da centralinista non esiste. Ma il centro per l’impiego e l’Asur stanno cercando un’altra occupazione per Rinaldo e per la moglie».
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